Il cortocircuito by Cavo Ilaria

autore:Cavo Ilaria [Cavo Ilaria]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

VI

Il processo delle suggestioni

«Tutto sommato un po’ di fortuna ce l’ho, e sta nel mio cognome: mio papà è morto a 102 anni, mio fratello dimostra molto meno dei 75 anni che ha e continua a essere il mio pilastro. Quanto a me, non ho un gran fisico ma, nonostante abbiano fatto di tutto per piegarmi, sono ancora in piedi.» Sandro Vecchiarelli fa una pausa, si appoggia al bastone che non abbandona mai, e ripete: «Sì, un po’ curvo, ma ancora in piedi».

Con il braccio libero mostra la sua gamba sinistra che non regge più, poi ondeggia, quasi a prendersi in giro. Otto anni di accuse e sospetti non gli hanno fatto perdere quel pizzico di sarcasmo che lo contraddistingue, che lo fa sorridere di quel cognome, «Vecchiarelli», che suona un po’ come un auspicio di longevità e un po’ come una maledizione, perché è finito nei titoli di molti quotidiani, additato per anni, dal 2002 al 2010, come responsabile di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Dice subito che non si vergogna di quel cognome, tutt’altro, se ne mostra fiero quasi fosse la sua forza. E con l’orgoglio di discendere da un colonnello dei carabinieri, suo nonno, premette che ambisce a farsi giustizia e a riprendersi tutto quel che resta della sua non facile esistenza.

Poi attraversa lentamente il cortile interno di un condominio di case a schiera, a Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo. Il suo appartamento al primo piano senza ascensore lo costringe a dissimulare la scomodità di quella rampa esterna, a non far trasparire lo sforzo a cui lo obbligano le scale, e che mimetizza ancora con una battuta: «Non mi sono fatto mancare un frontale mentre ero in sella al mio scooter, come se non ne avessi già avute abbastanza» dice con un ghigno, quasi a volersi scusare della sua lentezza o dell’innata semplicità.

Indossa una polo marrone, scarpe comode, non alla moda. I pantaloni larghi, di cotone beige, sono allacciati alti in vita da una cintura di corda. «Ancora pochi passi, ci siamo quasi.» Mi fa accomodare a un tavolino al centro della stanza, poi si affretta a preparare il caffè come se non si dedicasse a quel rito da tanto, come se cercasse il pretesto per mostrare, finalmente, la sua galanteria. Non gli capita spesso, lo si capisce, di ricevere visite in questa casa che, al confronto con una cella, gli sembrerà una reggia, ma sa tanto di esilio.

«Io lo prendo decaffeinato, lei come lo vuole?» mi chiede sorridente, sotto quei baffetti castani che ne fanno quasi una caricatura. Scoprirò poi che non può che prenderlo decaffeinato per problemi di salute e che un anno e mezzo di carcere gli ha lasciato il segno. «Un anno, sette mesi e otto giorni» precisa andando dritto al cuore del suo dramma come se avesse contato le ore di galera una per una, mentre appoggia la tazzina su una tovaglia a quadri verde plastificata, in una casa che inizia e finisce qui, tutta in una stanza.

Alle mie

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.